La storia di Graniti

Il nome Graniti potrebbe derivare dalla parola araba AIN (fonte) cui sarebbe stata aggiunta, nel linguaggio siciliano, una gutturale iniziale da cui Gaìn-iti e quindi Ganitì, e poi Graniti. Ma potrebbe anche trarre la sua origine dalla tipologia delle antiche case costruite in granito delle quali restano tutt’oggi tracce.

L’origine araba sarebbe confermata dall’esistenza di un agglomerato di case, proprio nel posto dell’attuale paese, sorto in un’epoca compresa tra il 902 d.C., anno dell’assedio musulmano alla città di Taormina da parte del saraceno lbrahim che inseguì i cristiani fuggiti nelle campagne circostanti, ed il 965, quando gli Arabi completarono la conquista della Sicilia. La tesi viene suffragata dalla considerazione che soltanto ben precisi motivi di sicurezza abbiano potuto indurre la scelta di un rifugio in questa zona al riparo delle colline, nascosta alla vista di chi transitava nella Valle dell’Alcantara nonostante la malaria che a quel tempo impestava la zona del torrente Petrolo e l’intera valle.

Nasceva, così, il Casale delli Graniti, un insieme di case che, per circa sette secoli sino al 1639, fu sobborgo della vicina città di Taormina. Un documento di dotazione del re Ruggero II, datato 1116, con il quale venivano donati alcuni beni e costituiti vantaggi a favore del Monastero Basiliano dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo d’Agrò, cita espressamente il fiume di Graniti come uno dei confini di estensione dei terreni donati al Monastero stesso.

Nel periodo del feudalesimo, mentre in Sicilia si succedevano Normanni, Svevi, Angioini ed Aragonesi, il Casale delli Graniti si espanse via via in conseguenza della migrazione dei contadini che sempre più frequentemente abbandonavano le fattorie per raccogliersi nei borghi che sorgevano intorno ai castelli feudali.

Sotto Federico Il d’Aragona, anno 1296, Graniti conobbe la nascita del feudalesimo. Il primo feudatario di Graniti fu nel 1296 il nobile messinese Francesco Mangiavacca i membri della cui famiglia, per 74 anni, furono baroni di Graniti.

Nel 1370 Nicola Mangiavacca donò il feudo ad Enrico Rosso, conte di Aidone, che lo tenne, unitamente alla famiglia, fino al 1402 quando esso fu dato a Nicola Castagna. Nei secoli si succedettero poi i Pollicino, i Balsamo fino a quando il marchese di Tortorici, Garsia Mastrilli Gravina, nel 1639/1640, acquistò il Casale delli Graniti tramite il prestanome Giovanni Filippo Giacomini, liberandolo così da Taormina ed aggregandolo al marchesato di Tortorici. Il feudo, affrancato, visse in questo periodo una fase di crescita e di sviluppo grazie principalmente al fatto che Garsia Mastrilli ed i suoi eredi vi vissero lungamente poiché, avendo perduto ogni possedimento a Tortorici, tranne il titolo, il feudo di Graniti rappresentava tutte le loro terre. Dai marchesi Mastrilli il feudo pervenne per successione a Pietro del Castillo, marchese di S. lsidòro, il cui casato mantenne il feudo sino al 1799. Cirneli di grande interesse di quest’epoca sono i Riveli, attualmente custoditi presso l’Archivio di Stato di Palermo, documenti che, essendo una sorta di denuncia fatta da ogni capofamiglia al Delegato di Taormina relativamente ai possedimenti, attività e passività della famiglia comprendente “anime, beni stabili, beni mobili, gravezze, debiti correnti”, consentivano di realizzare un reale censimento della popolazione e di determinare l’imposta da attribuire ad ogni famiglia.

Le calamità naturali che si abbatterono sulla Sicilia (il terremoto del 1693) e su Messina (la peste del 1743) non sembra abbiano interessato direttamente Graniti; non fu così, invece, per la carestia del 1763 e le successive del 1784, 1793 e 1797 che coinvolsero il paese al pari degli altri.

Casa Comunale Graniti

Casa Comunale Graniti

Nel 1820 nasce il Comune di Graniti che ebbe come primo cittadino Giuseppe Battaglia. In questa carica si avvicendarono, nel corso degli anni, vari Sindaci. Ma fu sotto l’amministrazione dei Cutrufelli, che amministrarono il paese quasi continuamente per un trentennio a partire dal 1868, che Graniti conobbe il periodo più interessante per la sua evoluzione economica. Vennero proficuarnente coltivati vigneti, uliveti, baco da seta e prolificarono i pascoli. Si costruirono case molte delle quali tuttora esistenti. Nel campo del sociale presero corpo varie istituzioni: la Società dei civili, la Società operaia di mutuo soccorso, scuole, confraternite. Nel 1900 fu costruita (dove adesso sorge il Teatro Parrocchiale n.d.r.) la “Cassa Rurale di prestiti S. Sebastiano in Graniti, società cooperativa in nome collettivo che aveva come scopo istituzionale il miglioramento morale ed economico del piccolo operaio e del contadino per il periodo prefissato di anni trenta”.

Pineta di Graniti

Pineta di Graniti

Nel 1880 Graniti visse il momento più drammatico della sua storia; una colossale frana della montagna sotto il pizzo detto la Pietra del Corvo spazzò via un’intera zona periferica del paese, per fortuna pressoché disabitata, seppellendo la Chiesa della Miserircordia. La consapevolezza della gravità della sciagura che avrebbe potuto abbattersi su tutto il paese assumendo proporzioni catastrofiche indusse a prendere delle consistenti misure di difesa. Furono così costruiti, sotto la guida dell’lng.Trombetta, solidi muraglioni d’imbrigliamento del terreno franoso e fu impiantata la pineta che ha finito con l’essere la peculiarità di Graniti, sia per la sua originalità nella zona dell’Alcantara sia per il fatto che essa oggi rappresenta il potenziale di risorsa economica di cui si è detto. In seguito gli orrori dei conflitti mondiali e le speranze di pace gravarono su Graniti come su tutti gli altri centri ed anche Graniti diede il suo contributo di vittime in nome della patria.